Monteverdi, Vespro della Beata Vergine - La Venexiana - Schwäbisch Gmünd - 30/7/2016

Innig und prachtvoll im Klang
„La Venexiana“  spielten am Samstag beim Festival Europäische Kirchenmusik in Gmünd. Prächtig erklang Monteverdis „Vespro della Beata Vergine“.
Klangpracht stand am Beginn des Konzertes mit Monteverdis „Marienvesper“ in der Augustinuskirche in Schwäbisch Gmünd. Zwar klang die Interpretation  füllig; dies ging jedoch nicht auf Kosten der Transparenz des Ensembleklangs. Dies wiederholte sich zu Beginn des sechsstimmigen „Dixit Dominus“. Der „Virgam virtutis tuae“-Abschnitt nur mit den hohen Stimmen wirkte wunderbar als Kontrast. Später kam es zu schönem Ineinandergreifen der zehn Gesangsstimmen, die wiederum in ein explosiv-kraftvolles „Gloria Patri et Filio“ mündeten.
Starke Kontraste wurden vom Ensemble unter der Leitung von Vanni Moretto gern unterstrichen. Das betraf etwa den Beginn des 112. Psalms. Festliches Betonen des „Laudate, pueri, Dominum“ traf so auf sanfter getöntes „Sit nomen Domini benedictum“ mit stark verzierten melismenreichen Momenten. Am Ende wurde das einhaltend gestaltete „Suscitans a terra inopem“ erregten, fast tänzerischen Schlussversen gegenübergestellt.
Den von Monteverdi gern genutzten „stile concitato“ (erregte Art der Wiedergabe) wussten die Musiker vor allem zum 126. Psalm, „Nisi Dominus“, zu unterstreichen. Die Vertonung wirkte in der Wiedergabe durch Pulsieren und zahlreiche Akzentsetzungen geradezu fesselnd.
Momente des Einhaltens boten dagegen die von Monteverdi als Concerti bezeichneten Solovorträge. Vor allem das „Audi coelum, verba mea“ (Höre Himmel, meine Worte) erwies sich als inniges Tenor-Rezitieren von Raffaele Giordani mit Echoeffekten von Riccardo Pisani aus dem hinteren Teil des Kirchenchores. Wunderbar entrückt wirkte die zentrale Stelle, an der die beiden Sänger das süß-sanfte des „virgo illa dulcis“ hervorzuheben wussten.
Umso eindringlicher erschien dann der Einsatz aller Stimmen zu „Omnes hanc ergo sequamur“ (Dann lasset uns alle ihr folgen) und preisend am Schluss das „Benedicta es, virgo Maria“. Zart zurückgenommen wussten die Sopranistinnen, Emanuela Galli und Francesca Cassinari, das „Pulchra es, amica mea“ zu intonieren, dem später mit dem „Nigra sum“ ein drängendes Tenorsolo von Raffaele Giordani folgte.
Unheimlich in seiner Wirkung war das „Et hic tres unum sunt“, das die drei Tenöre Raffaele Giordani, Riccardo Pisani und Valerio Contaldo im „Duo Seraphim“ zu Gehör brachten. Zur „Sonata sopra ‚Sancta Maria‘“ waren die beiden Sopranistinnen noch einmal mit dem „Cantus firmus“ zu hören, umschlungen von den Tönen von Violinen, Zinken und Posaunen. Dem folgte der Hymnus „Ave maris stella“, den alle Sänger zu einem Wechsel von kantabler Innigkeit und expressiv zelebrierter Klangpracht werden ließen.

Brescia oggi, 5/11!2013


La  Gazzetta  di  Parma, 18 febbraio 2013

Il classico in discoteca

RISCOPRIRE BRIOSCHI PER ANDARE ALLE ORIGINI DELLA SINFONIA

La mappa del paesaggio musicale che percorriamo come ascoltatori, guidati dalla consuetudine, è quella delineata da una “ storia della musica” che è andata in certo qual modo schematizzandosi, lasciando infinite zone d’ombra entro le quali gli studiosi hanno indagato, a volte con vere e proprie sorprese. Una delle ‘zone oscure’ è quella che riguarda l’origine della Sinfonia, in quel momento di passaggio così significativo tra il cosiddetto ‘barocco’ e il classicismo, interregno vagamente inquieto nella varietà di atteggiamenti variamente etichettati, stile galante, preclassico, rococò, tutti riflettenti le istanze di una affiorante società di conoscitori,< Kenner und Liebhaber>, che si apriva alla musica con una nuova spinta comunicativa. Da qui una trasformazione del linguaggio, in termini di duttilità, di semplicità armonica, di struttura più eloquente, caratteri che si ritrovano nella nuova forma della Sinfonia di cui Haydn suggellerà un modello assoluto. Una trama innovativa che attraversa l’Europa movendo da diversi centri, tra cui Milano il cui apporto all’approdo della forma sinfonica, grazie in particolare ad una personalità come quella di Sammartini - ammirato da Gluck, da Mozart, da Johann Christian Bach (il quale parlerà a Padre Martini di una "maniera lombarda di suonare in Sinfonia") - è andato definendosi in maniera sempre più decisa. Merito anche di un’iniziativa come l’"Archivio della sinfonia milanese" che ha dato luce ad alcuni musicisti, gravitanti attorno a Sammartini, ed ora portatori di vere e proprie rivelazioni . Tra questi trova spicco la figura di Antonio Brioschi, di cui poco si sa della vita ma che invece ha ritrovato una sua ben spiccata fisionomia musicale attraverso la riscoperta di partiture, diffuse nella varie sedi europee a testimonianza della sua notorietà e del gradimento ricevuto. L’impegno di Vanni Moretto, con l’eccellente gruppo strumentale da lui guidato "Atalanta Fugiens" ha recato un contributo assai apprezzabile alla rinascita di questo compositore, realizzando per la Sony Music due CD contenenti ognuno sei Sinfonie il cui ascolto risulta oltremodo stimolante per l’osservazione di come il trapasso stilistico tra barocco e il primo classicismo avvenga con una decisa originalità, nel modo di concepire una forma in maniera non più lineare bensì articolata attraverso un gioco di figurazioni e di declinazioni strumentali che vanno al di là di una consolidata tradizione contrappuntistica per lasciar trasparire un discorso più inventivo, per molti aspetti sorprendente.

g.p.m.

La Provincia Pavese - 27 maggio 2013

“ 700 Pop”, la classica in chiave moderna

Vanni Moretto stasera dirige i “gagliardi” Atalanta Fugiens PAVIA. S'intitola “700 Pop” il concerto-spettacolo che si terrà questa sera alle 21 nell'aula magna del collegio Ghislieri, per la rassegna Pavia Barocca 2013, e che vedrà protagonisti gli Atalanta Fugiens diretti da Vanni Moretto. La storia messa in scena – con la partecipazione dell'attrice Debora Mancini – racconta di un manipolo di compositori “giovani, milanesi e gagliardi”, che hanno in mente una musica semplice, ma incisiva, trascinante a tal punto da essere suonata nelle piazze e per la gente. Arricchiscono la sezione dei bassi per far arrivare il suono a tutto il corpo, e non solo alle orecchie e sono considerati innovatori, anche se la loro musica di lì a poco verrà definita “classica”. I loro nomi, sono Antonio Brioschi, Ferdinando Galimberti, Giovanni Battista Sammartini e Fortunato Chelleri e stanno per compiere una rivoluzione che manderà in pensione lo stile Barocco attraverso una nuova impronta strumentale: via ogni sofismo e ogni “barocchismo”, per privilegiare la semplificazione del contrappunto, tonalità maggiori, frasi lineari e incisive. Finisce il secolo, il governo spagnolo è in crisi, gli austriaci premono alle porte di Milano e c’è aria di rivoluzione nei costumi, nell’architettura, nella vita di tutti i giorni e, ovviamente, anche nella musica.

E’ l’inizio della rivoluzione che farà di Milano una delle capitali di un nuovo stile strumentale. Per una sfortunata congiuntura storica, tuttavia, i loro nomi verranno travolti e dimenticati sotto le macerie del tempo e oggi sono sottoterra, da secoli. Ma è proprio grazie a un'altra storia – quella ricostruita e curata da Andrea Taddei nell’emozionante rilettura sonora di Vanni Moretto, eseguita con l’orchestra Atalanta Fugiens – che la vicenda di questi compositori e la loro musica ritornano con tutta la loro forza “pop”, rinascendo da un passato in una maniera inequivocabilmente presente.

«Abbiamo deciso di raccontare questa storia con uno spettacolo pop, una voce, un video, un’orchestra, convinti del fatto che “fare musicologia” attraverso il teatro è possibile – dice Vanni Moretto - La vita di un compositore, e non solo la sua musica, può trasformarsi in arte e far vivere forti suggestioni, la storia di una città può snodarsi lungo il tempo di una serata come una bella melodia, le questioni formali non sono “roba” per tecnici, ma temi che riguardano il sentire di ogni essere umano, da vicino. Questo è “700 Pop».

Vanni Moretto ha fondato nel 1996 il gruppo camera Atalanta Fugiens con il quale ha inciso diversi dischi per il mensile Amadeus e dal 2006 l’ensemble sta lavorando al progetto “Archivio della Sinfonia Milanese” con Sony Bmg, dedicandosi alle sinfonie composte a Milano dal 1730. A partire dal 2007, Moretto è anche direttore generale della serie discografica battezzata appunto “Archivio della Sinfonia Milanese” e pubblicata da Casa Ricordi e inoltre, grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ha avviato il “Progetto Brioschi”, il cui obiettivo è rivalutare il compositore che ha dato un contributo decisivo alla nascita del genere sinfonico.

Marta Pizzocaro

MUSICA, aprile 2013. CD Graziani